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Bonus casa, agevolazioni per ristrutturazioni, acquisto mobili ed elettrodomestici, energia e sismabonus: le cose da sapere

I dettagli sui bonus casa in vigore fino al 2024 e che mantengono vivace il mercato della casa.

C’è un mercato che si è mosso positivamente negli ultimi anni e che ha trainato anche i settori dell’arredamento e dell’elettronica di consumo: quello delle costruzioni.

Il 2021 è stato un anno di crescita eccezionale: +24,8%. Oggi i dati previsionali di Unicmi (Unione Nazionale delle Industrie delle Costruzioni Metalliche dell’Involucro e dei serramenti) per il 2022 e il 2023 sono più cauti. La crisi internazionale e i conseguenti rincari dei costi energetici e delle materie prime (oltre che dei materiali per l’edilizia) portano con sé un rallentamento: se nel 2022 è previso un rialzo del 10,1%, le prospettive per il 2023 indicano una crescita degli investimenti nelle costruzioni del 6,1%.

C’è però un settore, quello delle ristrutturazioni residenziali che crescerà di più: +12% nel 2022 e +7% nel 2023. Questa differenza è dovuta sicuramente in buona parte ai bonus casa green confermati dal Governo italiano fino al 2024 che riguardano le ristrutturazioni edilizie, l’acquisto di mobili ed elettrodomestici per le abitazioni ristrutturate e tutti i lavori volti al risparmio energetico in immobili già esistenti (non solo residenziali).

Un’indagine svolta sulla nostra pagina Linkedin lo indica chiaramente. Il 95% dei partecipanti ha indicato di avere intenzione in autunno di accedere al bonus ristrutturazioni edilizie che porta con sé anche la possibilità di acquistare mobili ed elettrodomestici con il relativo bonus di settore.
Ma vediamo con esattezza come funzionano questi bonus, le loro caratteristiche e gli importi che si possono portare in detrazione.

BONUS RISTRUTTURAZIONE: COSA RIENTRA E COME FUNZIONA

Si tratta di una detrazione fiscale, dal reddito Irpef e in dieci quote annuali, del 50% delle spese sostenute per la ristrutturazione di un immobile a esclusivo uso residenziale, sia esso un appartamento o una villa. L’ammontare delle spese da poter portare in detrazione non potrà tuttavia superare i 96 mila euro (e dunque l’importo da detrarre massimo 48 mila euro).

Le spese che generano la detrazione sono tutte quelle che comportano modifiche strutturali dell’immobile: demolizioni e ricostruzioni, aperture di porte e finestre, costruzione di scale interne, installazione di ascensori.

Per richiederlo (per ora è stato confermato fino a tutto il 2024) sarà necessario (pena l’impossibilità di usufruire del bonus) il pagamento mediante un bonifico specifico per le ristrutturazioni edilizie (bonifico “parlante”) che è diverso da quello ordinario che si utilizza per gli altri tipi di pagamento.

BONUS MOBILI E BONUS ELETTRODOMESTICI: REQUISITI NECESSARI E LIMITAZIONI

Tra i bonus casa, agganciato al bonus ristrutturazioni edilizie c’è il bonus mobili nuovi ed elettrodomestici nuovi (bonus lavatrici, bonus frigoriferi etc.…) anche acquistati all’estero (di classe non inferiore ad A per i forni, a E per le lavatrici, le lavasciugatrici e le lavastoviglie, a F per i frigoriferi e i congelatori).

Valido anch’esso fino alla fine del 2024, consente di detrarre dal reddito Irpef, in dieci quote annuali, il 50% delle spese sostenute per l’acquisto di questi beni in caso di una ristrutturazione di uno o più immobili residenziali. Nell’importo delle spese sostenute possono essere considerate anche le spese di trasporto e di montaggio dei beni acquistati.

Attenzione però alle limitazioni previste.
In primo luogo, la spesa da portare in detrazione non potrà essere superiore a 10.000 euro per tutto il 2022 e a 5.000 euro per il 2023 e il 2024 (per un bonus pari a massimo 5.000 euro nel primo caso e a massimo 2.500 euro negli altri due casi).

Inoltre, bisogna tenere ben presente quando è stata ristrutturata la casa che viene poi arredata con mobili ed elettrodomestici. È infatti necessario che la ristrutturazione sia iniziata prima della spesa sostenuta ma al massimo il 1° gennaio dell’anno precedente.

Infine, l’acquisto deve essere tracciato e deve dunque avvenire o con bonifico ordinario, o con carta di credito o con carta di debito. La detrazione è ammessa anche se i beni sono stati acquistati con un finanziamento a rate, a condizione che la società che eroga il finanziamento paghi il corrispettivo con le stesse modalità di cui sopra e il contribuente abbia una copia della ricevuta del pagamento.

I documenti da conservare sono:

  • l’attestazione del pagamento (ricevuta del bonifico, ricevuta di avvenuta transazione, per i pagamenti con carta di credito o di debito, documentazione di addebito sul conto corrente);
  • le fatture di acquisto dei beni, riportanti la natura, la qualità e la quantità dei beni e dei servizi acquisiti.

Lo scontrino che riporta il codice fiscale dell’acquirente, insieme all’indicazione della natura, della qualità e della quantità dei beni acquistati, è equivalente alla fattura.

ECOBONUS (BONUS RISPARMIO ENERGETICO): A CHI SPETTA E COME RICHIEDERLO

Questo bonus è rivolto sia alle persone fisiche, sia a condomini sia a imprese. Prevede infatti una detrazione dal reddito Irpef o Ires di una quota delle spese sostenute su immobili già esistenti (anche interi condomini) ma non necessariamente residenziali (anche negozi, uffici, capannoni…) per la loro riqualificazione energetica totale o parziale.

Può riguardare la realizzazione di un involucro edilizio con coibentazione, la sostituzione di finestre e infissi, l’installazione di caldaie a biomassa o a condensazione, schermature solari, pompe di calore, microgeneratori e altre opere che possano servire a ridurre l’impatto energetico dell’immobile stesso.

La percentuale della detrazione varia in base al tipo di spesa e al fatto che l’immobile sia una unità autonoma o un condominio intero.

Alcuni esempi:

  • se si tratta di singola unità sarà pari al 50% dell’importo sostenuto per infissi, impianti a biomasse, caldaie a compensazione e schermature solari.
  • sarà pari al 65% per tutte le altre spese. Queste stesse percentuali variano dal 70% all’85% se a sostenerle sono interi condomini.

La spesa dovrà essere sostenuta per le persone fisiche con un tipo di bonifico specifico (bonifico “parlante”) che è diverso da quello ordinario che si utilizza per gli altri tipi di pagamento. Invece i titolari di reddito di impresa non sono soggetti all’obbligo di pagare tramite bonifico ma devono conservare idonea documentazione per la prova delle spese.

Per questo bonus, in alternativa alla detrazione fiscale, è possibile usufruire di altre due opzioni.

La prima è lo sconto in fattura, ovvero una sorta di contributo anticipato dai fornitori che hanno effettuato gli interventi e da questi ultimi recuperato sotto forma di credito d’imposta, di importo pari alla detrazione spettante. La seconda è la cessione di un credito d’imposta di pari ammontare, con facoltà di successiva cessione ad altri soggetti, compresi gli istituti di credito e gli altri intermediari finanziari.

Per fruire dell’ecobonus 2022 è necessario infine trasmettere all’ENEA i dati anagrafici del beneficiario, le informazioni relative all’immobile oggetto di intervento e la tipologia con l’indicazione delle spese effettuate. Il tutto dovrà essere inviato entro 90 giorni dalla data di fine dei lavori. Non è chiaro dalle normative se questa procedura è obbligatoria o meno, ma per maggiore sicurezza si raccomanda di seguirla.

Aggiornamento del 18/02/2023: Il Governo blocca l'esercizio delle cessioni e gli sconti in fattura per tutte le tipologie di bonus edilizi

SISMABONUS: COME FUNZIONA E COSA PREVEDE

Il sismabonus è una detrazione d’imposta IRPEF o IRES del 90% che spetta a privati o società e può essere richiesto per tutti quegli interventi strutturali antisismici (e opere correlate) su edifici posizionati in zone sismiche 1,2, o 3. Si calcola solo su edifici già esistenti (anche seconde case) e non di nuova costruzione ed è possibile detrarre, per ogni unità immobiliare, un massimo di 96.000€ (spalmabile in 5 anni).

La percentuale di detrazione del sismabonus varia del:

  • 50% se non si perde nessuna classe di rischio sismico.
  • 70% se si scende di una classe nel certificato dell'immobile;
  • 80% se si scende di due classi di rischio;
  • 75% per lavori condominiali che riducano di una classe e riqualifichino dal punto di vista energetico (Ecosismabonus).
  • 85% lavori su parti condominiali che riducano di due classi e insieme riqualifichino dal punto di vista energetico.

Nel 2023 è invece arrivato a scadenza il bonus facciate per cui non sarà più possibile richiederlo e saranno detraibili solo le spese sostenute entro il 31 dicembre 2022, al 60%.